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Rassegna giurisprudenziale 15 giugno 2018, a cura di Monica Serra

15.03.2021 | News

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– LICENZIAMENTO PER SCARSO RENDIMENTO –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 8 maggio 2018 n. 10963

Il licenziamento per c.d. “scarso rendimento” è un’ipotesi di recesso del datore di lavoro per un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore, e come tale è riconducibile al genus della risoluzione per inadempimento di cui all’art. 1453 e ss. cod.civ..

Di conseguenza il recesso così qualificato, ma in realtà dovuto a un elevato numero di assenze (peraltro non tal da esaurire il periodo di comporto,) è ingiustificato.

– VALORE PROBATORIO DELLA REGISTRAZIONE EFFETTUATA DAL DIPENDENTE –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 10 maggio 2018 n. 11322

La registrazione fonografica effettuata da un lavoratore nell’ambito di un colloquio tra presenti non integra alcun illecito disciplinare, dal momento che mira a far valere o difendere un diritto (e nei limiti di tali, legittime, finalità): la registrazione, infatti, fa parte delle riproduzioni meccaniche di cui all’art. 2712 cod. civ., e ha natura di prova ammissibile nel processo.

Allo stesso modo la registrazione non può nemmeno essere ritenuta causa di lesione del rapporto fiduciario intercorrente tra datore di lavoro e lavoratore. Venendo a mancare il “fatto giuridico” resta confermata la tutela reintegratoria prevista dal 4° comma dell’art. 18, L.  n° 300/1970.

– ASSISTENZA AL FAMILIARE DISABILE E TRASFERIMENTO DEL LAVORATORE –

Corte d’Appello di Bologna, sezione Lavoro, sentenza 27 novembre 2018 n. 1056[1]

Il trasferimento del lavoratore che sia titolare dei benefici di cui alla legge n. 104/1992 per l’assistenza a un disabile grave è legittimo solo nel caso in cui non vengano pregiudicate le necessità assistenziali del disabile e, comunque, se sia dovuto a effettive ragioni tecniche, organizzative e produttive che non possono essere diversamente soddisfatte.

– PROCEDIMENTO DISCIPLINARE E RICHIESTA DI AUDIZIONE FORMULATA DAL LEGALE –

Corte d’Appello di Bologna, sezione Lavoro, sentenza 27 dicembre 2017 n. 1575[2]

E’ legittima la condotta di una società che, nell’ambito di un procedimento disciplinare, non abbia accolto l’istanza di audizione avanzata non dal lavoratore o da un rappresentante sindacale ma dal solo legale, anche nel caso in cui il legale abbia poi assistito il lavoratore nel susseguente giudizio di impugnazione del licenziamento.

– LICENZIAMENTO PER GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO –

Tribunale di Monza, sezione Lavoro, ordinanza 24 aprile 2018 n. 2200

E’ illegittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo intimato all’esito di una pregressa procedura di licenziamento collettivo se la posizione per cui è intervenuto il recesso individuale – benché non inserita nella procedura – era di fatto già venuta meno durante la tornata di licenziamenti collettivi.

In questo caso, inoltre, trova applicazione la tutela risarcitoria di cui al 5° comma, art. 18 L. n. 300/1970.

– PATTO DI PROVA –

Tribunale di Milano, sezione Lavoro, sentenza 17 aprile 2018 n. 1074

E’ nullo il licenziamento per mancato superamento del periodo di prova nel caso in cui si accerti che il rapporto di lavoro è in realtà sorto prima della stipula del patto di prova.

Pertanto un tale licenziamento non può che interpretarsi come ontologicamente disciplinare ma illegittimo per insussistenza del fatto materiale: ne segue, dunque, la reintegrazione del lavoratore illegittimamente licenziato.

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