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Novità giurisprudenziali 3 luglio 2019, a cura di Monica Serra.

16.03.2021 | News

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– DISCRIMINAZIONE DELLA LAVORATRICE MADRE –

Tribunale di Ferrara, sezione Lavoro, sentenza 25 marzo 2019

Costituisce discriminazione l’assegnazione di turni spezzati e orari di lavoro gravosi alla lavoratrice madre di una figlia disabile, senza tenere conto delle sue esigenze personali.

Nel caso di specie il Tribunale di Ferrara ha qualificato come discriminatoria la condotta del datore di lavoro che ha imposto a una lavoratrice, madre di una figlia minore con patologia oncologica, di lavorare costantemente nell’orario di chiusura, nei turni domenicali e con orari spezzati, ignorando le istanze della lavoratrice, senza che a nulla rilevi il fatto che turni analoghi fossero assegnati ad altri lavoratori.

 

– DIMISSIONI IN PERIODO DI DIVIETO DI LICENZIAMENTO –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 17 giugno 2019 n. 16176

In caso di dimissioni rese nel periodo di divieto di licenziamento, la madre dimissionaria ha diritto all’indennità sostitutiva del preavviso anche se inizia subito dopo un altro lavoro, laddove questo diritto è di fatto incondizionato.

 

– SCATTI DI ANZIANITA’ –

Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sentenza 20 giugno 2019, causa C 72/2018, Arostegui

Non è conforme al diritto dell’unione europea la normativa nazionale che prevede solo per i dipendenti a tempo indeterminato gli scatti retributivi per anzianità.

Il caso trae origine dalla normativa spagnola che prevede per gli insegnanti di ruolo dell’amministrazione pubblica di Navarra un incremento retributivo al compimento di un certo numero di anni di servizio, incremento che – seppur richiesto – non è stato concesso a un docente assunto a tempo determinato.

Il Giudice spagnolo ha dunque investito della questione la Corte di Giustizia, la quale ha deciso nel senso che la direttiva n. 1999/70/CE, che contiene l’accordo quadro sul rapporto di lavoro a tempo determinato, osta a una normativa nazionale siffatta, ritenuta ingiustificatamente discriminatoria rispetto ai dipendenti a tempo determinato.

 

– DEMANSIONAMENTO —

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 10 giugno 2019 n. 15610

Nel corso di un rapporto di lavoro, che i giudici avevano qualificato come giornalistico, tra l’editore di un giornale e un giornalista collaboratore fisso, questo aveva lamentato un demansionamento per avere – in alcuni degli anni del rapporto di lavoro – pubblicato un numero di articoli minore rispetto al normale.

Secondo la corte, tuttavia, il solo fatto della diminuzione degli articoli pubblicati in un anno da un giornalista collaboratore fisso non è automaticamente demansionamento; anzi, proprio in ragione della sussistenza di un rapporto di collaborazione vi può essere una certa variabilità nel numero di collaborazioni richieste in un arco di tempo considerato, al di sopra di un minimo garantito contrattualmente o dalla stessa logica del rapporto.

 

– LICENZIAMENTO CON RECIDIVA –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 10 giugno 2019 n. 15566

Anche nel caso in cui il CCNL prevede il licenziamento disciplinare in caso di contestazione di recidiva reiterata, i giudici di merito hanno l’obbligo di valutare la gravità dei singoli episodi contestati e delle precedenti contestazioni sanzionate al fine di valutare la proporzionalità del licenziamento.

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