a

Pubblicazioni

Dal mobbing al benessere organizzativo: l’intervento del sindacato nella prevenzione dello stress da lavoro

17.03.2021 | Pubblicazioni

Pubblicazioni

di Annalisa Rosiello e Tiziana Scalco, ottobre 2009

Premessa

Gli operatori sindacali sono sempre più spesso chiamati a intervenire non solo per supportare legalmente il lavoratore, vittima di comportamenti illeciti o persecutori, o per svolgere azione di prevenzione, ma altresì per promuovere una cultura nuova nei posti di lavoro, una cultura sempre di più improntata al benessere, alla serenità ed alla piena realizzazione del lavoratore sul piano professionale e personale.

Le aziende e la pubblica amministrazione, su questi temi, stanno scoprendo un certo, per così dire, loro tornaconto, dal momento che, al di là degli obblighi imposti dalla normativa, è sempre più evidente e riconosciuto che lavoratori sereni e realizzati sono anche più produttivi, si ammalano meno, lavorano con maggiore impegno. Per il sindacato, invece, la tutela della salute e della sicurezza anche attraverso l’attenzione al rischio psicosociale e l’affermazione del benessere in azienda rappresenta uno dei principali temi di azione, una delle principali missioni. L’importanza del ruolo e dell’intervento sindacale in tali ambiti è peraltro rimarcata dalla preoccupante diffusione del fenomeno delle patologie legate allo stress da lavoro; al riguardo si riporta il dato epidemiologico emerso in un convegno sul tema “stress e attività lavorativa” tenutosi presso l’Ospedale San Gerardo di Monza nell’aprile 2009, cui hanno partecipato anche molti psicologi del Centro stress e disadattamento lavorativo della Clinica del Lavoro Luigi Devoto di Milano (si rinvia al sito www.asle-rlst.it per estrarre materiali ed ascoltare relazioni videoregistrate). Quello che, in estrema sintesi, è emerso nel corso di tale convegno è che il rischio stress è presente trasversalmente in molti settori (terziario – grande distribuzione, autotrasporti, sanità, ecc.), in una percentuale piuttosto allarmante (32% di popolazione “stressata” in Lombardia, coincidente con il dato ricavabile a livello nazionale) e che esistono già numerosi supporti testali per indagare sul clima, con il fine di promuovere azioni positive su tali temi.Peraltro, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli stati patologici derivanti da questo tipo di rischio sono in continuo aumento,tanto che viene stimato che nel 2020 potrebbero realisticamente costituire una delle prime cause di assenza dal luogo di lavoro. In questo ambito è importante valorizzare al massimo i nuovi spazi di contrattazione con le aziende, dati principalmente dagli accordi di clima (v. infra), attraverso la loro promozione, la formazione adeguata degli operatori che andranno ad occuparsene ed il consolidamento della rete che il sindacato ha creato con le professionalità in ambito principalmente clinico.

Continua a leggere il pdf

SCARICA L’ALLEGATO

Condividi questo articolo