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Novità giurisprudenziali 14 novembre 2018, a cura di Monica Serra.

16.03.2021 | News

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– LICENZIAMENTO DISCRIMINATORIO – ONERE DELLA PROVA –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 27 settembre 2018 n. 23338

Con questa pronuncia la Corte di Cassazione conferma l’orientamento per cui, laddove il lavoratore deduca la discriminatorietà della condotta datoriale, è suo onere allegare le circostanze di fatto dalle quali si possa desumere, per inferenza, che la discriminazione ha avuto luogo; di contro, spetta al datore di lavoro dimostrare l’insussistenza della discriminazione stessa.

– CONTRATTO A TERMINE, RAGIONI SOSTITUTIVE E SOSTITUZIONE PER SCORRIMENTO –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 27 settembre 2018 n. 23352

Con questa interessante pronuncia, la Corte di Cassazione chiarisce l’operatività delle assunzioni per ragioni sostitutive, specificando che il lavoratore assunto a termine per tali necessità non deve essere destinato esclusivamente alle medesime mansioni già svolto dal lavoratore sostituito: questo perché che la sostituzione ipotizzata dalla norma deve intendersi nel senso più ampio di soddisfacimento delle esigenze aziendali nel loro complesso.

Da questo rilievo consegue, quindi, che il lavoratore assunto a termine in sostituzione di un altro lavoratore può essere utilizzato secondo i più confacenti spostamenti interni, anche con realizzazione di un insieme di sostituzioni successive per scorrimento a catena.

– OBBLIGO DI FEDELTA’ –

Tribunale di Ravenna, sentenza 5 giugno 2018[1]

Il dovere di fedeltà sancito dall’art. 2105 cod. civ. si sostanzia nell’obbligo del lavoratore di astenersi da qualsiasi attività contraria agli interessi del datore di lavoro: a tal proposito, infatti, non rilevano solo le condotte effettivamente produttive di un danno, ma anche quelle dotate di potenzialità lesiva.

– PATTO DI PROVA –

Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza 6 novembre 2018 n. 28252

Il datore di lavoro ha la possibilità di inserire nel contratto di assunzione il patto di prova anche se vi sia già stata la conoscenza del lavoratore in ragione di precedenti contratti a termine.

Secondo la Corte di Cassazione, infatti, è legittimo inserire il patto di prova in due successivi contratti, anche se aventi ad oggetto le medesime mansioni, nel caso in cui sia necessario valutare non solo le qualità professionali, ma anche il comportamento e la personalità del lavoratore in relazione all’adempimento della prestazione, in quanto tutti elementi che possono mutare nel tempo in ragione delle abitudini di vita e delle condizioni di salute del soggetto.

Nel caso di specie il datore di lavoro ha giustificato il patto di prova nonostante la precedente stipula di tre contratti a termine non solo perché questi erano stati di breve durata e lontani nel tempo, ma anche perché il lavoratore (un portalettere) aveva svolto le proprie mansioni in un ambito territoriale diverso, meno ampio, e in un differente ambiente di lavoro.

– INDENNITA’ SOSTITUTIVA DEL PREAVVISO E RESPONSABILITA’ DEL COMMITTENTE –

Tribunale di Pavia, sentenza 30 ottobre 2018

L’indennità sostitutiva del preavviso ha natura retributiva e pertanto, in materia di appalto, rientra tra le voci per le quali opera la responsabilità solidale del committente ex art. 29 D.lgs. n. 276/2003.

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