La “diversità” in azienda va tutelata in ottica di miglioramento delle condizioni di lavoro e di benessere anche generale; la sfida per il diversity manager è quella di estendere le soluzioni ragionevoli – mutatis mutandis – anche agli altri ambiti (genere, provenienza da altri paesi ed età). Peraltro lavorare in questa direzione riveste senza dubbio un alto valore etico e sociale, con ciò attuandosi uno specifico scopo previsto dalla Costituzione, che è quello per il quale l’attività economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana (v. art. 41, comma 2° cost.). Senza trascurare che queste politiche renderebbero l’azienda più appetibile per i lavoratori: un’azienda smart, moderna, etica e rispettosa dei diritti e delle esigenze dei lavoratori, più facilmente attrae (e trattiene a sé) i talenti.
Chiara Vannoni interviene al Convegno di Studio e approfondimento organizzato da AIFOS – Associazione Italiana Operatori della Sicurezza.
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