a

News

Dal Blog Area Pro labour de ilfattoquotidiano.it, curato dallo Studio: Coronavirus, l’Inail lo classifica come infortunio. Ecco le tutele per i lavoratori, 1° aprile 2020

16.03.2021 | News

News

Di Giuliana Murino *

Con il Decreto “Cura Italia”, nell’ambito delle misure inserite nel titolo  I  riguardante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario Nazionale”,  l’INAIL (Istituto Nazionale Infortuni sul lavoro e malattie professionale) è chiamato a svolgere importanti compiti per far fronte alla situazione emergenziale.

Il decreto, infatti, oltre consentire all’Inail di assumere un contingente di 200 medici specialisti e di 100 infermieri per garantire assistenza e cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro e tecnopatici (art. 10), ha attribuito, in via straordinaria, all’Ente previdenziale la funzione di validazione dei dispositivi di protezione individuale (dpi) da produrre, importare o immettere in commercio, fino al termine dell’emergenza Coronavirus. I produttori/importatori in grado di farlo, devono inviare all’Istituto superiore di sanità (ISS) e all’INAIL una autocertificazione attestante le caratteristiche tecniche e il rispetto di tutti i requisiti tecnici di sicurezza previsti dalle norme vigenti (art. 15).

Nell’ambito delle “Misure a sostegno del lavoro” (Titolo II, capo II “Norme speciali in materia  di riduzione dell’orario di lavoro e di sostegno ai lavoratori”) gli articoli 34 e 42, comma 1°. dispongono che  dal 23 febbraio al 1 giugno 2020 il decorso dei termini di decadenza e di prescrizione  relativi alle richieste  di prestazioni erogate dall’Inail sono sospesi di diritto e riprendono a decorrere  dalla fine del periodo di sospensione. Ugualmente sono sospesi i termini di revisione della rendita su domanda del titolare, nonché su disposizione dell’Inail (art. 83 del DPR n. 1124 del 1965) che scadano nello stesso periodo e riprendono a decorrere dalla fine del periodo di sospensione.

La tutela infortunistica Inail nei casi di infezione da coronavirus (SARS- CoV-2) avvenuti in occasione di lavoro, viene chiarita dall’art. 42, comma 2.

In particolare, l’Inail tutela tali infezioni morbose, inquadrandole, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro, equiparando, in questi casi, la causa virulenta alla causa violenta.

La tutela assicurativa Inail di norma spettante nei casi di contrazione di malattie infettive e parassitarie negli ambienti di lavoro o durante lo svolgimento delle attività lavorative (Circolare Inail n. 74 del 1995), opera infatti anche nei casi di infezione da coronavirus contratta in occasione di lavoro.

Con nota del 17 marzo n.3675 l’INAIL ha fornito le prime istruzioni per la trattazione della malattia infortunio da Covid-19 (nuovo coronavirus) contratta dagli operatori sanitari, con riserva di trasmettere  ulteriori indicazioni.

Le prime istruzioni operative precisano, inoltre, che quando l’evento infettante è accaduto durante il percorso casa lavoro e viceversa, è configurabile come infortunio in itinere, posto che in tale fattispecie non sono catalogati soltanto gli accidenti da circolazione stradale, ma risultano coperti e tutelabili tutti i rischi del percorso casa lavoro e viceversa; per questa fattispecie guida il riconoscimento medico-legale il dato epidemiologico.

Il primo periodo dell’art. 42, comma 2, stabilisce che il medico certificatore deve predisporre e trasmettere telematicamente la prescritta certificazione medica all’Inail che prende in carico ed assicura la relativa tutela all’infortunato, ai sensi delle vigenti disposizioni, come sopra precisato.

Nei secondo periodo del citato art. 42, comma 2,  si chiariscono gli ambiti della tutela assicurativa, anche in considerazione delle misure di profilassi adottate dalle autorità sanitarie per la emergenza da infezione da coronavirus (SARS- CoV-2). E’ previsto che le prestazioni Inail si applichino anche durante il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con conseguente astensione dal lavoro, a tutti i casi accertati di infezione dipendente da causa di lavoro.

La precisazione è utile anche al fine di evitare incertezze o sovrapposizioni in presenza di altri interventi di sostegno previsti per i periodi di astensione dal lavoro a favore dei soggetti in quarantena posti in sorveglianza sanitaria per i quali il contagio da occasione di lavoro non sia accertato, circostanza che esclude la possibilità di intervento della tutela assicurativa Inail.

Ai fini dei computo delia decorrenza della tutela Inail, il dies a quo è costituito dalla data di attestazione positiva dell’avvenuto contagio tramite il test specifico di conferma, da parte delle autorità sanitarie.

L’ultimo periodo dell’articolo in esame, nel precisare che gli eventi lesivi derivanti da infezioni da coronavirus in occasione di lavoro gravano sulla gestione assicurativa dell’Inail, dispone che gli eventi in questione non sono computati ai fini della determinazione dell’oscillazione del tasso medio per andamento infortunistico (v. articoli 19 e seguenti delle “Nuove tariffe dei premi Inail” 2019). Ciò al fine di non far pesare direttamente su ciascun datore di lavoro, gli effetti (oscillazione in malus del tasso applicato) derivanti dall’incremento dell’incidenza infortunistica/tecnopatica per infezione da coronavirus (SARS- CoV-2), non certamente attribuibile a specifiche responsabilità o inadempienze del datore di lavoro, in considerazione delle caratteristiche che ha assunto il contagio, analogamente a quanto avviene ad esempio, per gli infortuni in itinere.

Qui il link all’articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it.

Avvocato dell’INAIL (Istituto Nazionale per gli Infortuni sul lavoro e le Malattie Professionali) – Avvocatura Regionale Sardegna. Oltre trattare le questioni relative all’Ente in materia civile, previdenziale, penale, (malattie professionali, infortuni, danno alla persona, mobbing, stress lavoro correlato, sicurezza sul lavoro d.lgs.81/2008) mi sono sempre interessata alle discriminazioni sul luogo di lavoro, anche alla luce dei diritti della Convenzione Europea, e alla difesa contro tutte le discriminazioni di genere, come Componente del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari.

Con il Comitato Pari Opportunità, con l’ ASAG-Associazione Sarda Avvocati Giuslavoristi (di cui sono socio fondatore), e attualmente con AGI-Sardegna (nella mia funzione di Presidente), cerco di contribuire con  corsi di formazione e attività divulgativa all’affermazione dell’importanza dei principi della salute e della sicurezza sul lavoro.

Condividi questo articolo